
SIMILITUDINI
Come gli altri
tu non sei:
altero ciascuno
l a propria accurata
longilinea verticalità
esibisce in muto
isolamento e indecifrabile:
hanno imparato forse
umane vicinanze d’immobili
solitudini i quattro cipressi
sul confine orientale
del convento sul colle
insieme a te radicati l’anno
milleottocentonovantacinque?
Come gli altri tu non sei
vegliardo cipresso
e non t’inorgoglisci
della sorprendente tua singolarità:
* non levigata in rigida compostezza
obbediente al disegno germinale
ma scarmigliata in bizzarre fantasie
di sempreverdi esilità ogni folata
la chioma ti movimenta:
e non ti imbarazza;
* ben tornito e carezzevole
non s’aderge il fusto abbraccio
invece di molteplici
germogli che stanno maturando
in non separata corposità
l’irregolare geometria
d’una conifera quale tu sei:
e non ti imbarazza.
Impareranno gli umani le similitudini
di libere alternative a provvisorie stabilità
onde impensate creatività movimentare?
impareranno le similitudini di spontanea
o necessaria comunanza
onde potenziate vivacità godere?
Come loro tu non sei
e ti rallegri d’impadronita ospitalità
* dell’edera aggressiva e vorace altrove
avvinta a te mite invece e timida
* e dell’anonimo virgulto appollaiato
su comoda forcella d’un ramo
– non importa se sosta una estate appena
grato della linfa che ha nutrito
il seme a te dal vento affidato-
* e del muschio sul fianco a settentrione
umida decorazione di vellutata bellezza
viatico ovunque per ogni domani atteso
* e dei raggi del sole sul fianco a mezzodì
e al tramonto -nella notte al plenilunio-
riverberati dal biancore di versatile corteccia
e dal luccichio delle bacche
di stagione in stagione sui rami feconde
* e della nidiata del fringuello …
ahimè oggi nessun volatile soggiorna
in tanta disponibilità tutti
forse decimati da umana inimicizia con il creato
forse inutilmente impauriti d’un luogo
di pace fiorito e di amicizia con le creature
-venti passi in là alloggiano quiete
divenute familiari luminose palombelle.
Impareranno gli umani le similitudini
di generosità nell’accoglienza
che abbellisce e sorprende?
Tu speri assennato
cipresso accasato sul ciglio del colle
che similitudini amino
le umane progettazioni
e porti alta con te la speranza
e fiducioso tu sussurri ad ogni passante:
davanti a me rifletti indagatore specchio.
fra Luigi De Candido
Isola Vicentina
26 giugno 2016